La Corte di Cassazione si è accorta per prima che troppo spesso i malati di alzheimer o con gravi malattie croniche vengono a pesare solo sulle finanze dei familiari mentre il servizio sanitario pubblico se ne disinteressa. Ed ha prodotto sentenze favorevoli per i familiari che, però, non fanno breccia in alcuni tribunali, come a Trieste. Ma oggi se ne è accorto anche l’istituto Cergas-Bocconi tanto che afferma che il tallone d’Achille della sanità pubblica è l’assistenza ai malati cronici. Gli equilibri di bilancio formano squilibri assistenziali. In particolare la recente analisi bocconiana dice che le fonti pubbliche coprono ancora il 95 per cento della spesa ospedaliera, ma solo il 60 per cento della spesa per prestazioni ambulatoriali e il 65 per cento delle spese di assistenza di lungo termine nelle strutture residenziali. Questa mancata assistenza è il vero tallone d’Achille della sanità pubblica . I posti letto pubblici o privati per le persone non autosufficienti coprono meno del 10 per cento del fabbisogno: ci sono solo 270mila posti letto rispetto a 2,8 milioni di non autosufficienti. E le cure domiciliari non riescono a colmare il gap. Il Servizio sanitario riesce a garantire 17 ore per paziente preso in carico. Il calcolo della durata dell’assistenza è facile a farsi: ipotizzando pacchetti di due ore settimanali, l’intervento si riduce a poco più di due mesi. Chi è colpito da grave malattia cronica e viene ricoverato nelle strutture pubbliche tipo ITIS, per intenderci, o convenzionate va a carico dei propri familiari a cui vengono fatti firmare contratti capestro pena il mancato ricovero del congiunto. E nonostante la sentenza della Corte di Cassazione… si continua così, procurando un aumento sconsiderato dell’ipocrisia e implementando una società di rancorosi.
dott. Augusto Debernardi (sociologo clinico)
Questo articolo è stato pubblicato da IL PICCOLO di Trieste in <Segnalazioni> col titolo: SANITÁ L’IPOCRISIA STATALE SUI MALATI GRAVI